3 consigli per rendere il curriculum accattivante per il Terzo Settore

Equilibrio tra idealismo e competenza: un curriculum vitae pensato per una vacancy nel Terzo settore deve camminare sul filo di queste due realtà. Perché se da un lato gli Enti lavorano per sostenere cause di interesse pubblico, dall’altra devono ottimizzare i costi e operare come una vera e propria azienda. Quindi la passione è importante, ma servono anche le giuste skills.

Nelle prossime righe non troverete schemi o template accattivanti: ogni posizione è diversa e ogni candidatura necessita di essere personalizzata. Ma eccovi tre semplici consigli che potranno tornarvi utili per quasi tutte le associazioni piccole e medie.

Passione

Mettete in secondo piano i vostri interessi economici. Il lavoro deve sempre essere retribuito, ovviamente, ma non dimenticate che l’obiettivo di un ETS è l’impegno attivo per una determinata causa della vita pubblica.

Per questo motivo, a fare la differenza tra voi e le altre candidature, potrebbe essere proprio la motivazione che vi spinge: la causa, prima dello stipendio.

Dovete, quindi, rinunciare a guadagnare in modo adeguato alle vostre competenze? Dovete accettare di lavorare gratis? Assolutamente no.

Anche in questo caso la parola d’ordine è equilibrio. Anche perché concentrarsi eccessivamente sul fattore ideologico, potrebbe spaventare il selezionatore, che potrebbe credere che non abbiate le skills giuste per quella posizione e che stiate sottovalutando il lavoro nel Terzo settore.

Insomma, ci vuole elasticità. Dovete tener presente che spesso, soprattutto le piccole associazioni, devono far quadrare i bilanci, a volte con difficoltà. Potranno presentarsi momenti difficili che coinvolgeranno anche i dipendenti. Dimostrate che questa eventualità non vi spaventa.

Come riuscire a far emergere questo equilibrio? Dimostrare di aver fatto del volontariato potrebbe essere un primo passo. Ma anche mettere in luce il fatto che seguite e curate progetti personali (un sito, una pagina social o una squadra dilettantistica di calcio, ad esempio) senza l’ansia della busta paga.

Tanto con poco

Il mondo delle associazioni è molto eterogeneo, ma hanno quasi tutte una cosa in comune: devono operare con budget limitati. Per questo motivo, per qualunque posizione vi stiate candidando, dovete dimostrare di saper ottimizzare le risorse.

Segnalate sul vostro curriculum i risultati che avete raggiunto, anche in ambito corporate, attraverso le vostre capacità di ottimizzazione. Se avete, ad esempio, dimezzato i costi per campagne social ADV, riuscendo a mantenere dati di engagement elevati. Oppure se avete aumentato il numero di clienti di un negozio grazie a strategie di mercato economiche.

Dovete, in altre parole, dimostrare di essere abituati/e a lavorare con risorse limitate.

Flessibilità

Ammettiamo che abbiate fatto uno percorso di studi specifico, che abbiate lavorato in un ambito delimitato e che le vostre skills si siano sviluppate in un ramo specifico. Sottolineare questi aspetti potrebbe essere una strategia vincente per una posizione in azienda. Ma non è sempre utile per il non profit, specialmente nelle piccole e medie ONP di cui trattiamo nel post.

Condividere la mission di un’organizzazione, significa lavorare per essa anche in settori diversi dal vostro, se necessario. Anche se opererete nel fundraising o come cooperante, vi potrebbe capitare di dover aiutare colleghi/e meno esperti/e con il computer oppure di dare una mano nell’impaginazione di volantini.

Mostrate che sapete fare anche altro, oltre a quello che avete studiato o ciò che la vostra esperienza vi ha portato a conoscere.

Per avere altri suggerimenti sulla scrittura del vostro CV, soprattutto nella descrizione dei risultati raggiunti e delle vostre esperienze, iscriviti gratuitamente al nostro corso sulla 4 Good Acadamy: https://www.4goodacademy.it/p/riconoscere-e-descrivere-i-risultati-in-un-cv

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Commenti

    • Cristina Striglio - 05/04/2017

      Le faccio i miei complimenti! Ho letto tutti i suoi post e concordo con lei, anche se la realtà è ben diversa, purtroppo.
      Nella maggior parte dei casi, non leggono nè le lettere ad hoc, nè il CV. Ovviamente neanche danno risposte positive o negative.
      Qualsiasi CV io abbia ricevuto nella mia vita professionale, ho sempre risposto per educazione e rispetto nei confronti di ogni candidato.
      Ma ognuno ragiona a modo proprio…
      Le auguro buon lavoro e porgo i miei più cordiali saluti.
      Cristina Striglio

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      • Luca Di Francesco - 05/04/2017

        Grazie per la tua testimonianza Cristina. Hai ragione, spesso a seguito di una candidatura non si riceve alcuna risposta. Di sicuro però i reclutatori leggono tutta la documentazione dei candidati ritenuti più interessanti, e vanno anche oltre cercando online altre informazioni.
        Fortunatamente esistono anche selezionatori come te che leggono tutti i cv e rispondono ai candidati anche in senso negativo.

        Per quello che possiamo cerchiamo anche noi con il nostro lavoro di spronare le Organizzazioni a fare tutto il possibile nel rapportarsi con i candidati nel miglior modo. In fondo ne va anche della loro reputazione.

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