Focus: il progettista sociale
Tra le professioni più dinamiche ed innovative del Terzo Settore compare, senza dubbio quella del progettista sociale. Normato solo in tempi recentissimi, questo profilo lavorativo rappresenta una figura chiave non solo in ogni realtà del Sociale, ma anche in quelle aziende profit che sono orientate al Corporate Society Responsibility e cioè alla sensibilizzazione etica e all’implementazione di progetti attenti al benessere della collettività o dell’ambiente. In particolare, il progettista sociale si occupa di sviluppare progetti sociali e se ne assume la responsabilità fase per fase, dalla pianificazione alla realizzazione e alla rendicontazione.
Come si diventa progettista sociale?
Le carriere universitarie per intraprendere la professione di progettista sociale sono molteplici: le linee guida della norma tecnica UNI 11746, infatti, non parlano di percorsi universitari obbligatori per diventare un professionista della progettazione, bensì di competenze e requisiti di apprendimento, che possono essere conseguiti con varie e differenziate scelte accademiche. Tra i profili accademici più adatti, ad ogni modo, rientrano le specializzazioni in materie umanistiche, gestionali, sociali ed economiche, che valorizzino l’acquisizione di competenze specifiche come, ad esempio, conoscenze in ambito normativo e giuridico-amministrativo, metodi di lavoro in rete, tecniche di project management e di pianificazione finanziaria. Tali abilità potranno poi essere consolidate e rafforzate con la frequenza di un master in Progettazione Sociale.
Qualunque sia la carriera accademica prescelta, in ogni caso, ciò che i datori di lavoro considerano importantissimo per valutare positivamente il curriculum di un progettista sociale sono gli anni di esperienza professionale: i pionieri del mestiere, in assenza di una formazione universitaria specifica, si sono “fatti le ossa” con anni di pratica in ambito di elaborazione, coordinamento e gestione progettuale.
Di che cosa si occupa il progettista sociale?
Il lavoro del progettista sociale si inserisce nell’ambito della programmazione delle politiche sociali, in particolare nell’aspetto della creatività, della sperimentazione e dello sviluppo, e, attraverso l’ideazione e la realizzazione di progetti, ha lo scopo di rispondere ai bisogni della comunità, promuovere la realizzazione di servizi e favorire il processo di innovazione sociale.
Le soft skills di un progettista sociale
Il progettista sociale deve saper intercettare con grande sensibilità i bisogni e le necessità degli altri. Sebbene ci sia una parte di pianificazione, di indagine e di scrittura progettuale, quello del progettista sociale non è un mestiere da svolgere unicamente dietro una scrivania: si tratta, infatti, di una professione a stretto contatto con la collettività, con l’ambiente (rurale o urbano che sia) e con le istituzioni. Lavorando in un’équipe multidisciplinare, i progettisti devono possedere forti capacità di risoluzione dei problemi, apertura mentale, collegamento delle idee, empatia e, ovviamente, ottime doti organizzative. Un plus sono, come sempre, le conoscenze linguistiche.
Dove lavora un progettista sociale?
Le possibilità di carriera per un progettista sociale sono molteplici, sia nelle organizzazioni del Terzo Settore sia nelle aziende profit.
Commenti
Francesca Vinzio - 29/11/2023
Non è un semplice lavoro, è un ARTIGIANO del sociale. Crea un progetto sulla base dei bisogni, studia le risorse, coinvolge persone, fa vivere alla comunità esperienze che portano ad un cambiamento.