Figure professionali Terzo settore

Terzo Settore, non profit, for impact, sociale. Ci sono tanti modi per definire questo mondo e tante sono le figure professionali che ci lavorano, anche molto diverse tra di loro. Di fondo hanno però tutte un aspetto in comune: quello di lavorare per il cambiamento sociale.

Che si operi sul direttamente sul campo o all’interno di un ufficio poco cambia. Chi decide di lavorare nel Terzo settore lo fa perché spinto da una forte componente valoriale, da una forte motivazione, dalla scelta di dare un senso alla propria attività professionale. E poi ovviamente anche per la retribuzione che è importante ed essenziale.

In questo articolo non parleremo di volontariato (che pure è un tassello fondamentale nel non profit), ma ci concentreremo sulle figure professionali retribuite.

 

Chi sono i lavoratori del Terzo settore? Che cosa fanno?

 

Nel Terzo settore troviamo figure professionali che sono trasversali a tutti gli Enti e figure più specifiche a seconda della mission dell’Organizzazione. Fareo quindi questa distinzione trasversali/specifiche.

Ricordiamo che gli Enti del Terzo settore, secondo la definizione dell’art. 4, comma 1, del CTS, sono:
“Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore”.

 

Figure Trasversali, i lavoratori che troviamo in tutti gli Enti del Terzo settore

 

  • Il personale amministrativo/addetti alle risorse umane

Il personale amministrativo è fondamentale in ogni azienda così come in ogni Ente del Terzo Settore: sia che ci si occupi della segreteria, della contabilità e della gestione finanziaria o dei servizi IT. Anche gli addetti alle Risorse Umane sono figure che troviamo in tutti gli Enti e gli uffici HR sono più strutturati a seconda dalla grandezza e dalla complessità dell’organizzazione.

  • L’addetto alla comunicazione e ufficio stampa

Anche la comunicazione viene svolta in tutti gli Enti, piccoli e grandi, ed è necessario che ad occuparsene sia qualcuno di competente in materia. Anche in questo caso le Organizzazioni possono avere un ufficio comunicazione molto grande e strutturato, diviso per mansioni, oppure un ufficio molto piccolo in cui una sola persona si occupa di tutto (dalla gestione del sito, alla newsletter, alla gestione social, all’ufficio stampa).

(Vedi anche: Come diventare un addetto stampa per il non profit, Come è cambiata la professione di addetto stampa per il non profit, Come diventare Social Media Specialist per il non profit)

  • Il fundraiser

Il fundraiser è il professionista della raccolta fondi ed è una figura chiave in grande crescita nel settore. Ogni Ente ha bisogno di uno specialista nel reperire fondi da privati, da azienda e da istituzioni pubbliche (sui bandi però solitamente non sono i fundraiser ad occuparsene ma specifici progettisti).
Anche il ruolo di fundraiser ha molte declinazioni, e più l’organizzazione è grande più il ruolo sarà specifico (es: chi si occupa di privati, chi di aziende, chi di lasciti testamentari, chi di digital…). Anche qui nelle piccole associazioni a volte è una sola persona ad occuparsi di tutto. Inoltre sono ancora molti gli Enti che ancora non si sono dotati di un ufficio fundraising e purtroppo in questi casi si rischia di perdere tempo prezioso e pensarci solo quando sarà troppo tardi.

(vedi anche: Professione fundraiser: chi è e cosa fa, Un elenco dei corsi di Fundraising in Italia)

  • Il people raiser

Lo dice la parola stessa. È una figura che si occupa di trovare persone. In questo caso stiamo parlando di volontari. Il people raiser cerca, forma e gestisce i volontari dell’organizzazione.

  • Il project manager

Tra le professioni più dinamiche ed innovative del Terzo Settore compare, senza dubbio quella del progettista sociale. Normato solo in tempi recentissimi, questo profilo lavorativo rappresenta una figura chiave non solo in ogni realtà del Sociale, ma anche in quelle aziende profit che sono orientate al Corporate Society Responsibility  e cioè alla sensibilizzazione etica e all’implementazione di progetti attenti al benessere della collettività o dell’ambiente. In particolare, il progettista sociale si occupa di sviluppare progetti sociali e se ne assume la responsabilità fase per fase, dalla pianificazione alla realizzazione e alla rendicontazione..

(vedi anche: Focus: il progettista sociale, Europrogettista: chi è e cosa fa?)

 

Figure professionali settoriali

 

  • L’educatore professionale

Anche qui serve una preparazione specifica e, in particolare, una laurea in Scienze della formazione e un’abilitazione. L’educatore professionale che vuole lavorare nel Terzo Settore si occupa di programmare, controllare e valutare dei progetti educativi e riabilitativi all’interno di un team. I suoi ambiti di competenza sono molto vasti ed interessano:

  • l’assistenza domiciliare agli anziani, ai portatori di handicap, ai malati di Aids, ai minori disabili sia a scuola sia in centri diurni;
  • l’assistenza degli anziani nelle case di riposo;
  • gli interventi con minori o adulti rinchiusi in carcere;
  • gli interventi in comunità di recupero di alcolisti o per disabili psichici;
  • il sostegno educativo domiciliare.

Lo scopo del suo lavoro è quello di agevolare il reinserimento dei soggetti in difficoltà nella società. L’attività dell’educatore si svolge in strutture e servizi socio-sanitari e socio-educativi.

(Vedi anche: Cosa bisogna studiare per diventare educatore professionale?, Quali sono le qualità più ricercate in un educatore professionale?, Il lavoro dell’educatore professionale ai tempi del Covid 19, Focus: l’educatore professionale, Chi è e cosa fa un educatore professionale?)

  • L’assistente sociale

Questa è una figura che normalmente lavora in cooperative, in associazioni o in altri enti (anche pubblici). Il suo compito è quello di prevenire una situazione di disagio sociale all’interno della famiglia oppure di intervenire quando si presenta quel disagio. Tra i vari ambiti operativi ci sono le comunità per minori e le case famiglia. Ma può essere anche chiamato da un Tribunale o da un ente locale per seguire determinati casi.

Per lavorare nel Terzo Settore con questa qualifica, è necessaria l’iscrizione all’albo degli assistenti sociali.

(vedi anche: Focus: l’assistente sociale, Chi è e cosa fa l’assistente sociale?)

Dimentica per un momento l’icona dello psicologo seduto nel suo studio, taccuino in mano, paziente semisdraiato accanto a lui. Questo è un modo per esercitare questa professione. Un altro è quello di lavorare nel Terzo Settore come psicologo per un ospedale (il supporto ad un malato terminale o futuro tale ed alla sua famiglia è fondamentale), una comunità, un’associazione, ecc. Va da sé che deve avere una laurea in Psicologia.

  • Il cooperante

(vedi anche: Vorrei fare il cooperante – intervista a Diego Battistessa, Lavorare nella Cooperazione Internazionale. I consigli di un HR managerCooperazione internazionale: l’esperienza di chi l’ha vissuta, Come diventare un cooperante internazionale, Un elenco dei Master per una carriera nella cooperazione internazionale)

  • L’operatore socio-assistenziale (Osa)

Chi, al termine di un percorso formativo teorico e pratico e dopo il conseguimento di un attestato di qualifica, decide di lavorare nel Terzo Settore come operatore socio-assistenziale (noto anche come Osa), viene inserito all’interno di un team al quale partecipano anche medici, infermieri, assistenti sociali, psicologi, educatori ed altre figure professionali. Lo scopo è quello di migliorare la qualità della vita e favorire l’autosufficienza di chi soffre un disagio sociale. Si tratta, dunque, di un lavoro di prevenzione, di cura, di sostegno e di integrazione di bambini, anziani, persone che soffrono di una determinata dipendenza o extracomunitari.

Nello specifico, l’operatore socio-sanitario può essere chiamato anche ad aiutare delle persone non autosufficienti nelle attività quotidiane, ad accompagnarle ad una visita medica o ad un altro tipo di appuntamento, ecc.

  • Il mediatore culturale

Si tratta di una delle professioni più recenti tra quelle previste per chi vuole lavorare nel Terzo Settore. Non a caso si è sviluppata con il progredire del fenomeno dell’immigrazione. Il mediatore culturale, infatti ha il compito di semplificare e rendere più agevole l’inserimento degli stranieri. Ma non si occupa solo di extracomunitari: il mediatore culturale è un riferimento importante anche per chi ha un disagio sociale ed ha bisogno di un aiuto per non restare ai margini della società. Chi fa questo mestiere costruisce, quindi, ponti culturali e linguistici grazie alla sua preparazione: corsi di laurea mirati a questo scopo e corsi di formazione post-diploma per ottenere la qualifica.

 


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