Chi è e cosa fa l’assistente sociale?

Bisogno, risoluzione dei problemi e attenzione alla persona. Se volessimo riassumere il lavoro dell’assistente sociale, probabilmente, utilizzeremo queste parole. Tuttavia, si tratta di una professionalità molto complessa e strutturata, che prevede competenze a 360 gradi.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

 

Alcuni luoghi comuni

Il senso comune porta molte persone a riconoscere, nella figura dell’assistente sociale, colui che interviene esclusivamente in contesti familiari difficili, per la tutelare i minori in situazioni di violenza o forte disagio. Per altri, invece, è soprattutto colui che “porta via i bambini dalle famiglie”.

Ma è davvero così? La risposta è: no. O, almeno, è una risposta parziale.

Innanzi tutto sfatiamo il primo luogo comune: gli assistenti sociali non strappano i figli dalle loro famiglie. Quando ci sono situazioni di allontanamento di minori, c’è sempre una sentenza di un giudice. Non è, quindi, l’assistente sociale ad allontanare i minori, ma un’autorità giudiziaria che, a seguito di determinate valutazioni, stabilisce una sentenza. A tali valutazioni, ovviamente, collaborano anche altri professionisti, come, appunto, gli assistenti sociali.

Arriviamo, ora, al secondo luogo comune: gli assistenti sociali possono lavorare solo nell’ambito del servizio pubblico. Sbagliato. Sebbene operi a stretto contatto con i servizi sociali, molti professionisti non sono lavoratori diretti della pubblica amministrazione. Negli ultimi anni, con il calo della assunzioni nel settore pubblico, molti professionisti hanno trovato spazio nel privato sociale: cooperative, associazioni, organizzazioni non profit. Altri, invece, hanno intrapreso una carriera da libero professionista.

Terzo luogo comune: gli assistenti sociali operano solamente con le famiglie. Non è così, le aree di intervento sono diverse: dipendenza da sostanze, migranti e richiedenti asilo, vittime di tratta, detenuti. Insomma, l’assistente sociale interviene laddove ci sia una situazione di bisogno.

 

Che cosa fa l’assistente sociale?

L’assistente sociale è un professionista che analizza e valuta domande e bisogni delle persone che si rivolgono al servizio per cui lavora. In altri termini, svolge una contrattazione con l’utente, al fine di decidere un piano d’azione che permette di superare la sua condizione di bisogno. Si tratta, dunque, di una professione a stretto contatto con l’utenza.

La progettazione degli interventi, può avvenire con persone singole, ma anche con nuclei familiare. L’assistente sociale, inoltre, può intervenire anche in contesti che coinvolgono gruppi sociali più ampi: famiglie allargate, quartieri o istituti scolastici.

Il fine ultimo, però, è promuovere l’autonomia degli utenti, mantenendo il focus sulla persona. In altre parole, valorizzarlo e aiutarlo a seguire le sue inclinazioni. Per far questo, l’assistente sociale lavora in rete con altri professionisti: medici, educatori, mediatori, avvocati.

 

Cosa studiare, per diventare assistente sociale?

La denominazione dei corsi di laurea può variare a seconda degli atenei: Servizio Sociale, Operatore dei Servizi Sociali o Scienze del Servizio Sociale. In generale, la classe di laurea è L39: Classe di Laurea in Servizio Sociale, appunto.

Questo tipo di laurea, di secondo livello, permette l’accesso all’esame di stato per l’iscrizione all’Albo B: assistente sociale di base. L’esame prevede 4 prove:

  1. prima prova scritta: principi, metodi e tecniche del servizio sociale;
  2. seconda prova scritta: politica sociale e organizzazione dei servizi sociali;
  3. prova pratica: case study;
  4. prova orale: solitamente orientata sui lavori svolti durante i tirocini.

 

Le soft skills di un assistente sociale

L’assistente sociale deve, innanzi tutto, avere forti capacità relazionali e propensione all’ascolto. Si tratta di una caratteristica imprescindibile per una professione che, come detto, opera a stretto contatto con l’utenza.

Dal punto di vista caratteriale, quindi, è necessario avere una forte inclinazione orientata alle persone. In questo senso, sono imprescindibili flessibilità e apertura mentale. Ma anche tanta curiosità.

Bisogna essere molto orientati alla risoluzione dei problemi e alla gestione dello stress. Lavorare a stretto contatto con il disagio, infatti, espone al rischio burnout. Per questo motivo, oltre ad ascoltare gli utenti, è necessario ascoltare se stessi. Sapere, in altre parole, quando è il momento di staccare o chiedere aiuto.

Inoltre, è fondamentale la conoscenza del contesto giuridico, culturale e sociale nel quale si opera.

Infine, consigliamo di implementare le vostre competenze linguistiche. Società sempre più multiculturali, richiedono, da parte dei professionisti, la padronanza, almeno, dell’inglese.

 

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Commenti

    • Fredi - 15/09/2018

      Più che un commento mi serve una risposta ad un dubbio che ho. Se dovessi rimanere solo i miei due figli non avendo altri parenti ed essendo minorenni a chi li lascio visto che come lavoro sono autista e quindi mai a casa? Posso sperare in una ricollocazione presso qualche famiglia?

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    • Rita - 24/05/2019

      Se un minore volesse andarsene da casa perché non va d’accordo con i genitori, è giusto che si rivolga ad un assistente sociale?

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    • Vittorio Pisu - 10/06/2019

      Ciao, sono zio di un ragazzo AUTISTICO.
      la sua mamma prende sui 1000 euro al mese per il suo figlio.
      Pare che i soldi se li dividano la madre e l’assistente sociale senza far fare nessuna attività al ragazzo. Volevo sapere chi controlla l’operato e il buon svolgimento DEGLI ASSISTENTI SOCIALI.

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        • Maria5 - 27/11/2020

          Ma se uno a febbraio fa 16 anni e a scuola ci va qualche volta perché non vuole più andare, cosa succede se vengono gli assistenti sociali a casa?

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          • Luca Di Francesco - 27/11/2020

            Ciao Maria, mi spiace ma su questo tema davvero ne sappiamo poco. Ti consiglio di cercare su siti che trattano questioni legali. Noi con questo articolo volevamo presentare la figura professionale dell’assistente sociale e non entrare in questioni specifiche di casi come quello che ci hai presentato. In bocca al lupo!

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            • Marina - 04/10/2021

              Se due fratelli di 37 e 29 anni vivono con i genitori, con il padre malato di mente e la madre che se ne frega e preferisce lui ai figli. In questo caso i figli possono rivolgersi ad un assistente sociale per essere aiutati ad andare via di casa? Soprattutto se non riescono a trovare lavoro per farsi una vita propria, avendo genitori che non glielo permettono sia economicamente che psicologicamente..

          • Deborah - 25/01/2021

            Ciao qui non si tratta di minori ma di una donna adulta che non è capace di amministrare i soldi e lascia indietro le bollette di prima necessità facendole pagare alla figlia da poco entrata a lavoro mi posso rivolgere ad un’assistente sociale per questo tipo di problema?

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            • Luca Di Francesco - 25/01/2021

              Deborah, essendo Job4good un sito dedicato al lavoro nell’articolo abbiamo voluto trattare la figura professionale dell’assistente sociale dal punto di vista lavorativo. Non sappiamo quali siano i casi specifici per cui ci si possa rivolgere ad un assistente sociale, ci spiace.

      • Luca Di Francesco - 04/02/2021

        Souad. Secondo me quella di lasciare la scuola è una scelta di cui ti pentiresti, anche se adesso può sembrarti sensata. Tieni duro e finisci gli studi 😉 Detto questo, dal punto di vista legale/amministrativo non abbiamo la risposta che stai cercando ma di sicuro la puoi trovare su altri siti specializzati in materia. Noi ci occupiamo di lavoro nel Terzo settore. Ciao

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    • Laura - 29/07/2021

      Più che un commento mi assilla un dubbio: un assistente sociale in regime di pubblico impiego se viene citato in tribunale da un utente è tutelato a livello legale dal posto di lavoro in cui lavora o deve pagarsi un avvocato lui? Mi potete aiutare ?

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    • Giorgia - 06/08/2021

      Io avrei bisogno di un aiuto perché delle cose con mamma non vanno molto bene si arrabbia sempre con me perché dice che a casa non faccio nulla mi urla contro mi mena e tutto ed io non c’è la faccio più perché ho sempre cercato di aiutarla ma lei non apprezza ciò che faccio potrei avere una soluzione?

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