Employer branding: 6 consigli per migliorare l’ambiente di lavoro

Da una sedia comoda in ufficio, a un positivo equilibrio vita/lavoro. I fattori che rendono i lavoratori di un’organizzazione non profit felici, e di conseguenza più motivati, sono diversi. Per il Terzo settore, inoltre, la soddisfazione dei propri dipendenti è un fattore importante, non solo per la resa dei professionisti, ma anche per l’immagine che dà di sé, verso l’esterno.

L’etica e il benessere sul posto del lavoro, infatti, sono caratteristiche che potenziali donatori e sostenitori tengono in considerazione. Applicarla e comunicarla al meglio si chiama employer branding.

Proviamo a darvi qualche consiglio su come migliorare benessere lavorativo all’interno della vostra organizzazione, in 6 punti:

 

Feedback e premi

Una persona che si sente apprezzata farà sempre più di quanto è previsto
Una persona che si sente apprezzata farà sempre più di quanto è previsto

Se un dipendente della vostra organizzazione svolge un buon lavoro, è importante restituire un feedback positivo. In questo modo riceverà una gratificazione personale, con la conseguenza di un sempre maggiore impegno. Inoltre, per portare avanti progetti sul lungo periodo, è fondamentale fare il punto della situazione frequentemente. In caso contrario i professionisti avranno la sensazione di brancolare nel buio e aumenterà la loro frustrazione.

In altri termini, dovete dare risposta alla domanda che molti professionisti si pongono: “starò facendo la cosa giusta?”.

Oltre alle gratificazioni personali, ci sono diversi modi per premiare i propri dipendenti, anche economicamente. E non stiamo parlando solamente di aumenti o premi in busta paga, ma di un vero e proprio sistema di welfare interno. Un’organizzazione non profit, infatti, può decidere di premiare i propri collaboratori con benefit non in denaro.

Ad esempio stipulando convenzioni con teatri, cinema e musei. O allestendo una biblioteca negli spazi interni dove scambiarsi libri tra colleghi. O, magari per le ONP più grandi, con un servizio di asilo interno.

Un’ottima scelta, potrebbe essere regalare ai propri dipendenti percorsi di formazione altamente professionalizzanti, che possono risultare costosi per la singola persona. In questo modo a guadagnarci sarebbero tutti: dipendenti e organizzazione.

E se un dipendente commette un errore? In quel caso è giusto farglielo notare, con garbo e in separata sede. Non bisogna mai rimproverare o umiliare un professionista di fronte a colleghi e collaboratori. E, soprattutto, correggete l’errore, non la persona.

 

Equilibrio vita-lavoro

Un programma flessibile genera felicità e migliora produttività dei dipendenti. Un sano equilibrio tra lavoro e vita privata include un’alta attenzione: il tempo libero che risulta fondamentale per prevenire il burnout dipendenti. Niente workaholic: nessuno vuole vivere per lavorare e la vita caotica non giova neanche all’organizzazione.

Se siete a ridosso di una scadenza, tutte le rotelle dell’ingranaggio dovranno dare di più, fare ore supplementari ed essere maggiormente flessibili. Ma non appena ne avete la possibilità: liberi tutti. Concedete qualche giorno di ferie e di permesso.

Nei periodi di routine, inoltre, cercate di non chiedere troppe ore di straordinario ai vostri dipendenti. E, se è possibile, offrite loro la possibilità di lavorare da casa, ogni tanto. Se siete flessibili, lo saranno anche loro quando ce ne sarà bisogno.

 

Ridurre al minimo la noia

Parliamoci chiaro: in tutti i lavori ci saranno sempre dei passaggi noiosi. Scartoffie, burocrazia, riunioni fiume sono riti necessari per portare a termine qualunque tipo di progetto. Eliminarli del tutto è impossibile.

Tuttavia, non c’è niente di peggio che annoiarsi per tutto il tempo. Un professionista perennemente annoiato è un professionista insoddisfatto e poco utile alla causa. Per questo motivo, cercate di integrare lavori interessanti e stimolanti ogni giorno possibile.

 

Possibilità di carriera

Un’organizzazione, per funzionare al meglio, ha bisogno dei professionisti migliori. Come abbiamo già scritto in passato: il mercato del lavoro non è più solamente una competizione tra professionisti, ma sono le organizzazioni a competere tra loro per accaparrarsi le menti migliori.

Le carriere bloccate portano alla perdita delle risorse migliori. L’organizzazione sarà dunque costretta, quindi, a cercare continuamente nuove professionalità e formarle daccapo. Tali risorse, a loro volta, andranno via una volta ricevuta un’offerta migliore. E così via.

 

Autonomia

I vostri dipendenti sono persone adulte, non hanno bisogno di essere controllati costantemente. Dategli fiducia e, una volta stabiliti i compiti all’interno dell’equipe, anche un discreto margine di scelta.

Se ogni decisione deve passare dai responsabili, il processo sarà molto più lento e i professionisti si sentiranno molto più simili a delle macchine, che non a delle risorse. Lasciando spazio alle creatività personali, invece, si sentiranno parte di un gruppo e pilastri imprescindibili dell’organizzazione.

 

Comfort e ambiente fisico

Anche lo spazio è importante. Può sembrare una banalità, ma lavorare per 8 ore al giorno a una scrivania, può diventare seccante se si è seduti su una sedia scomoda. Oltre a ripercuotersi sulla salute dei dipendenti: mal di schiena, cervicale, scoliosi. Sarà quindi importante scegliere i mobili per ufficio più adatti così come le sedie più comode.

L’ambiente, inoltre, dà un messaggio preciso. Se gli uffici dei responsabili sono tenuti scientemente separati dal resto della squadra, darete un’immagine troppo gerarchica. Un ambiente open space, dove si lavora tutti insieme, invece, favorisce la comunicazione, la trasparenza e l’inclusione, anche tra diversi ruoli gerarchici.

Infine, create degli spazi separati per il lavoro e i momenti di pausa. Un posto dove i dipendenti possano staccare dalle proprie mansioni, rilassarsi e passare la pausa pranzo.

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